il saper fare – conoscenza operativa e procedurale, abilità pratiche, esperienza professionale specifica, capacità di gestione dei problemi che si incontrano nella prassi lavorativa…
L’oreficeria caratterizza la memoria di Jesi, ma non sempre la si considera, un gruppo di orafi, ora, ha deciso di ricordarci le sue origini e mostrarci il suo futuro.
Ieri ha preso il via una serie di eventi a introduzione della mostra exempla, visitabile fino al 7 gennaio 2024 presso Palazzo Pianetti, dove sarà possibile ammirare le creazioni di vari maestri orafi e di loro allievi.
In attesa del convegno dedicato a Sant’Eligio, a cura di Italia Nostra, in Palazzo Bisaccioni, ieri è stato possibile godere di una splendida performance curata da cinque scuole di danza della città. Per gli amanti delle foto a colori, sarà possibile rivedere questo spettacolo domani, 3 dicembre, nuovamente in Palazzo Bisaccioni, o in Palazzo Pianetti. Qui potete consultare il programma: TesorJ di Jesi
Dopo questo momento d’incanto, per le anime più temerarie, è stato possibile ascoltare i vari perché di un evento del genere. L’intenzione dell’organizzazione è quella di iniziare un percorso di consapevolezza della ricchezza del saper fare presente ancora nel territorio, per diventare in futuro protagonista, tra ori e bellezza. Sarebbe stato molto bello se a questo incontro avesse preso parte una minima rappresentanza del pubblico distribuito per le scalinate. Perché i destinatari di eventi del genere non sono tanto le presenze eterne del sistema cittadino, quanto i ragazzi e le ragazze. Tutto quello che ha a che fare con il sapere, la sua tutela, è strettamente legato a loro.
Nella terra di Lucagnolo, un cortometraggio di Geniale Olivieri, curato da Giovanna A.M Massacci, ha permesso di visitare una bottega orafa del 1966, emozionando chi quella bottega l’ha vissuta, da allieva. Ma quel tipo emozione si è fatto ancora più forte quando la presidente dell’Associazione Gli Ori di Jesi, Maria Marchegiani, ha ritrovato in sala l’anziano maestro orafo Amici, che generosamente ha raccontato la sua vita, dai sui inizi ad Asmara, fino all’esser stato il primo orafo a portare a Jesi l’oro bianco, e probabilmente anche la passione per la bicicletta. Ma questa è un’altra storia.
Qui trovate tutte le informazioni riguardanti la rassegna: Tesorj di Jesi
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